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A proposito della Democracy Rising Conference di Atene

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Siamo lieti di annunciare la nostra partnership con la prima edizione della Democracy Rising World Conference, organizzata dal Global Center for Arts and Studies (GCAS). La conferenza si terrà ad Atene dal 16 al 19 luglio. Un elenco impressionante di oratori è stato annunciato, tra cui: il filosofo francese Alain Badiou; lo scrittore inglese-pakistano, giornalista e regista, Tariq Ali; il giornalista di Channel 4, Paul Mason; la parlamentare europea di Podemos, Lola Sanchez; la documentarista canadese-americana, Astra Taylor; la presidente del Parlamento greco, Zoi Konstantopoulou; e tanti altri esponenti del mondo della cultura e della politica.

Cercate European Alternatives che si aggirerà per la conferenza. Realizzeremo un entusiasmante progetto sperimentale che coinvolge telecamere, grandi menti e grandi idee, dal momento che lavoriamo quotidianamente per diffondere prospettive e approcci alternativi tra un pubblico sempre più ampio.

Abbiamo chiesto a Creston Davis, fondatore del GCSA, di raccontarci qualcosa a proposito del lavoro di GCSA e degli obiettivi della Democracy Rising World Conference, ormai in arrive.

Cos’è il Global Center for Arts and Studies?
GCAS è una scuola fondata in risposta alla neoliberalizzazione dell’educazione, un processo che l’ha trasformata in un’impresa a scopo di lucro a scapito non solo di studenti e docenti, ma anche della cultura, della conoscenza e della democrazia. La nostra missione è quella di educare chiunque, in ogni parte del mondo, gratuitamente. Siamo una comunità transnazionale impegnata a rispettare i principi e la lotta per la democrazia.

Quali sono gli obiettivi della Conferenza Democracy Rising World Conference?
Abbiamo organizzato “Democracy Rising” – una conferenza che riunisce accademici, politici, scrittori, attivisti, operatori e giornalisti – al fine di mettere a punto delle strategie di superamento del mantra neoliberale “There Is No Alternative” (TINA).

Secondo te, quale strada dovrebbero seguire gli attivisti europei?
Si tratta, soprattutto, di una questione di organizzazione. Sappiamo che le voci e i desideri della stragrande maggioranza delle persone, su questo pianeta e in Europa, sono in uno stato di assoluta repressione. Ma la repressione può durare solo per un po’, quindi è una questione di tempo. Gli irlandesi hanno un’espressione, Tiocfaidh ar la, che significa “il nostro tempo arriverà”. E il nostro tempo è vicino a rinvigorire la democrazia su larga scala, sia a livello locale che transnazionale. Quindi la strada principale da seguire è quella dell’organizzazione e delle reti. Ma vorrei aggiungere anche altri due elementi: l’educazione e la conoscenza. Abbiamo un disperato bisogno di maggiori spazi educativi in cui formare le persone all’arte di comunicare, di comprendere le relazioni di potere e la storia e di imparare che cosa significa costruire qualcosa insieme.

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